Castelrotto: la fondazione

Il Knedelgrup nasce in maniera spontanea nell' estate del 2004 in quel di Castelrotto, ridente paesino dell'Alto Adige ai piedi della famosa Punta Santer. Eravamo andati a trascorrere una vacanza in montagna e dopo aver gustato alla sagra paesana i mitici knedel, Nico ha coniato il nome del gruppo che si è sempre distinto per avere al suo interno dei validi bongustai.

Il Knedelgrup, formazione 2008

Il Knedelgrup, formazione 2008

venerdì 2 luglio 2010

Dolomiti di Sesto

26 giugno - A causa di un disguido raggiungiamo il passo Comelico appena nel primo pomeriggio. Così decidiamo di effettuare un'escursione non troppo impegnativa, puntanto alla Malga Coltrondo (m 1879). Ci attende perciò, dal Passo (1636) un dislivello di 250 metri.
Il sentiero è ben evidente (carrareccia) ma vi sono diverse deviazioni che ci portano ad essere insicuri. Il nostro Keymaze 300 ci indica, alla fine del percorso, una distanza di 15 chilometri, ma sicuramente il tragitto ha una lunghezza inferiore, in quanto abbiamo spesso abbandonato il sentiero principale per effettuare degli scatti fotografici. Complessivamente abbiamo camminato per quasi cinque ore, ma il ritorno l'abbiamo percorso in una sola ora, evitando troppe soste per le foto se non quella per riprendere il capriolo.


Vale la pena di sostare brevemente presso il lago dei Rospi (anche se di anfibi non ne abbiamo visti).
Presso la malga ci godiamo il Kaiserschmarren con mirtilli e i succhi di frutta fatti in casa.
La sera pernottiamo in Val Fiscalina.
La mattina lasciamo il camper alle 7:30. In 2 ore e tre quarti, con piccola pausa al rifugio Fondovalle, raggiungeremo il Comici. I 7 km del sentiero potrebbero essere percorsi prima, ma ci fermiamo spesso per fotografare le numerose fioriture di soldanella, viola biflora, camedrio alpino, pinguicola alpina, rododendri e genziane. Il tracciato prosegue perennemente in salita, sempre sotto alla cima Una e con vista sulla Croda dei Toni. E' ben visibile in sella lo sperone della Lista, una montagnola a forma di cuneo.

La Lista (a sinistra) e parte della Croda dei Toni viste dal rifugio Fondovalle.

Nonostante la giornata calda e il sole superiamo alcuni tratti su nevaio. Tener conto del fatto che il mattino presto la zona è tutta in ombra, soprattutto quando si sale in giornate calde: il percorso in senso inverso invece, con salita immediata al Locatelli, è tutto esposto al sole.
Il rifugio Comici è abbastanza rustico (il gabinetto dei maschi e delle femmine è separato da una paretina in legno alta circa 2 metri ed aperta sopra). Vista sul Paterno, forcella Giralba e la Croda dei Toni (o Cima Dodici).

Rifugio Emilio Comici

Proseguiamo per il Rifugio Pian di Cengia, che raggiungiamo in 1 ora e 20 minuti (2300 metri di percorso). Il rifugio è posto a 2528, quindi dal Comici ci siamo alzati di 300 metri. La vista spazia ampia verso i campanili del Marden, a sud, e fino all'Antelao.

Rifugio Pian di Cengia

Si vedono tutte le cime delle Marmarole (Vlatana, Monticello, Vallonga, Tiziano, Pala di Meduce, Cima Vanadel). Qui mangiamo molto bene e proseguiamo subito partendo alle 13:40.


Il sentiero è agevole a parte il tratto ombreggiato sotto alla Croda dei Piani (perché esposto a nord) dove sono presenti ancora alcuni nevai. Alle 15:00 siamo già al rif. Locatelli, a 2405 metri di quota. I 3700 metri percorsi sono appaganti per la splendida vista sui laghi dei Piani, posti sotto al Crodon di San Candido, avvolti anche dalle Crode Fiscaline.


Laghi dei Piani, Crode Fiscaline, forcella Pian di Cengia e Crode dei Piani

Dal Locatelli gli 8 chilometri per il Pian Fiscalino vengono agevolmente percorsi in circa 2 ore di discesa (si scende di 950 metri). Anche in caso di pioggia il sentiero è ampio e ben battuto.
Non paghi della camminata di 20 km, con già 1200 metri di dislivello sulle spalle, raggiungiamo la torbiera di Danta, vicino a Padola, per una visita. Sono le 7 di sera, ma Davide Berton era talmente entusiasta della Drosera e delle orchidee che il giorno prima aveva visto, da indurci - nonostante la fatica - a questo ultimo sforzo.
Nel paesaggio alpino le zone umide presentano aspetti vegetazionali e ambientali peculiari.
Le sorgenti, i laghi di origine glaciale e i piccoli stagni sono, infatti, il luogo in cui è possibile ritrovare un tipo di vegetazione molto particolare legato alla presenza dell’acqua. I muschi e le epatiche trovano in questi ambienti le condizioni per uno sviluppo ottimale e alcune piante superiori si adattano attraverso strategie diverse a vivere in questi ambienti.

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