Trent'anni fa si correva assieme su una pista in tartan. Oggi abbiamo sciato assieme sulle nevi che portano da Tarvisio alla cima del Lussari. 1000 metri di dislivello sotto uno splendido sole. La discesa lungo la pista del Lussari non è stata altrettanto bella e solitaria: grandi masse e cumuli di neve artificiale frammisti a lastre ghiacciate. Ma gli sci e le gambe hanno fatto la loro parte.
Castelrotto: la fondazione
Il Knedelgrup nasce in maniera spontanea nell' estate del 2004 in quel di Castelrotto, ridente paesino dell'Alto Adige ai piedi della famosa Punta Santer. Eravamo andati a trascorrere una vacanza in montagna e dopo aver gustato alla sagra paesana i mitici knedel, Nico ha coniato il nome del gruppo che si è sempre distinto per avere al suo interno dei validi bongustai.
Il Knedelgrup, formazione 2008
sabato 27 febbraio 2010
Paolo, Adriano e Dario: sci alpinismo sul Lussari
Trent'anni fa si correva assieme su una pista in tartan. Oggi abbiamo sciato assieme sulle nevi che portano da Tarvisio alla cima del Lussari. 1000 metri di dislivello sotto uno splendido sole. La discesa lungo la pista del Lussari non è stata altrettanto bella e solitaria: grandi masse e cumuli di neve artificiale frammisti a lastre ghiacciate. Ma gli sci e le gambe hanno fatto la loro parte.
lunedì 22 febbraio 2010
Korada 21-02-2010
Ore 10:00 da Gianpietro per un giro in bici, presenti Mimmo, Ivan, Marino, Gianpietro ed io; meta il monte Korada (mt. 812 nella Goriška brda) tra il fiume Iudrio O e l’Isonzo E in Slovenia.
Passiamo il confine da un valico agricolo vicino il torrente “Piumizza” e cominciamo a salire verso Hum, Kojsko, Gonjace. A Vrhovlje si dirama dalla strada Dobrovo-Plave l’ultimo tratto di salita (7 km. circa) che ci porterà fino alla cima.
La giornata non è delle migliori, ma non piove ed ogni tanto spunta anche il sole. Troviamo la neve che alla fine ci obbligherà a completare la salita bicicletta alla mano.
Arriviamo al rifugio (in questo periodo aperto la domenica) e alcuni si fermano (vin brulé-jota-salsicce e polenta-strudel ecc. le pietanze che si possono scegliere, io e Gianpietro saliamo fino alla cima (5 min.) per fare delle foto.
“Dalla cima della Korada c’e un’ottima vista. Verso est vediamo sopra la valle dell’Isonzo l’altopiano di Banjšice (Bainsizze), e piu in la la Selva di Tarnova (Trnovski gozd), il Porezen e il Blegoš, mentre verso sudest sono vicini il Sabotino e la Skalnica (Monte Santo), e piu in la, il Nanos; dalla parte meridionale e vicino il Collio (Goriška Brda) con i suoi caratteristici vigneti a terrazza, e poi la vista va attraverso il Carso fino all’Adriatico nel golfo di Trieste e verso Grado; a ovest si estende la pianura friulana, con, sullo sfondo le Dolomiti, coperte in parte dal Piancavallo; verso nord e vicina la montuosa Slavia Veneta, dove sul Castelmonte (Stara gora) si vede il famoso monastero, e piu a destra si vedono il Kolovrat e il Matajur, tutt’e due sul confine italo-sloveno, e molto piu in la si susseguono le cime del gruppo del Canin (Kanin) e della parte orientale delle Giulie, tra le quali svettano il Krn (Monte Nero) e il Triglav; molto vicino e il dorsale del Kanalski Kolovrat, sul quale si nota il villaggio di Lig.”
domenica 21 febbraio 2010
Arnoldstein 21 febbraio 2010
Splendida giornata per lo sci da fondo nella zona del tarvisiano. Paolo, Dario, Anna e Daniela per 4 ore "sfrecciano" sulle piste di Arnoldstein finché si decide, alle 16, di tornare a casa. Purtoppo facciamo i conti senza il consumo di carburante e rimaniamo in panne in autostrada. Fortunatamente due automobilisti molto gentili ci recuperano e ci portano fino a Tarvisio, dove i 5 litri di benzina ci garantiscono il raggiungimento dell'area di sosta vicino a Carnia.
La pista è "calda" (+3 gradi) e soleggiata, cosicché la presa non è delle migliori per Daniela che ha sciolinato per -3. Paolo e Anna (sci con le scaglie) e Dario (skating) invece hanno buon gioco (si fa per dire) della neve e guadagnano il "bombardin" al bar.
La pista è "calda" (+3 gradi) e soleggiata, cosicché la presa non è delle migliori per Daniela che ha sciolinato per -3. Paolo e Anna (sci con le scaglie) e Dario (skating) invece hanno buon gioco (si fa per dire) della neve e guadagnano il "bombardin" al bar.
domenica 14 febbraio 2010
Garmin Connect - Dettagli attività per Val Pesarina
CIASPOLADA IN VAL PESARINA
Garmin Connect -
Dettagli attività per Val Pesarina
Domenica 14 febbraio 2010 è una giornata di cielo coperto in quasi tutta la Regione, meno che in Carnia, nostra meta.
Raggiungiamo la Val Pesarina che sono quasi le 12, perché ci piace prendercela con comodo e soprattutto perché incappiamo nello splendido bar "Fior di Farina" di Ovaro, dove i cornetti ci chiamano e la cioccolata con panna ci "scioglie".
Veniamo alle cose serie. Superati il paese di Pesariis e la frazione di Culzei, lasciamo la strada all'altezza della Capanna alpina e imbocchiamo la strada forestale (segnavia 204) verso il torrente Ongara.
La casera Malins è data a due ore e 20, quindi sappiamo già che sarà dura arrivarci.
La vecchia carta Tabacco non segna esattamente il sentiero e il GPS di Max non ha le carte corrette. Così ci affidiamo al buon vecchio intuito, costeggiamo il torrente sulla sinistra orografica, scendendo in direzione Est.
Dopo circa mezz'ora raggiungiamo il primo guado (FOTO SOTTO A SINISTRA) e finalmente si comincia a salire. Siamo a quota 1060 m.
Percorriamo ora il tratto sud-orientale del rilievo denominato Costa di Rioda che accompagna il torrente Rio di Malins.
Seguendo questo sentiero, sulla sinistra abbiamo una indicazione per la casera Vinadiutta.
La neve è soffice, il rischio valanghe è a livello 3 e per questo decidiamo di non abbandonare mai il sentiero e rimanere protetti nel bosco. Gala, la nostra mascotte, viene mandata in avanscoperta e corre il triplo di noi seguendo con l'olfatto (e anche, spesso, con il corpo) le tracce dei caprioli e delle lepri che sono passate dopo l'ultima nevicata.
Con un certo impegno continuiamo a seguire la traccia generosamente scavata da due escursionisti che ci hanno preceduti: si arriva al ginocchio ma le nostre TSL si dimostrano all'altezza. Anche Flavio, che indossa un vecchio paio di ciaspole di legno, riesce ad avanzare con tranquillità, concedendosi di tanto in tanto un meritato riposo.
Dopo aver guadato nuovamente il torrente Malins portandoci sulla sua destra, attraversiamo un bel boschetto di abeti rossi e faggi. Ci fermiamo quindi ad ammirare il paesaggio alle nostre spalle, verso nord. Da qui la vista è bellissima e nella fotografia si possono scorgere, da sinistra a destra, le Crete Brusade (2322 m), il Creton di Clap Grande (2487 m, al centro) e la Cima di Rio Bianco (2400 m) sotto alla quale, con un binocolo, si può vedere il rif De Gasperi.
Questo è il momento della sosta tanto agognata: un po' di cioccolata, frutta secca, un bel the caldo sono quello che ci vuole in una giornata fredda ma splendidamente soleggiata.
La pausa di un quarto d'ora è suffciente perché Susy e Sonia avvertano i primi sintomi del freddo cosicché Max decide di riaprire la strada seguito a ruota da Gala e Nico.
Il paesaggio della valle, a dire il vero, non è poi così spettacolare, ma i due escursionisti che incontreremo più avanti giurano che la vista dalla casera Malìns è mozzafiato: peccato che noi dovremo rinunciare prima.
Ci consoliamo comunque con i dettagli delle architetture costruite dalla neve e dall'acqua ghiacciata ai margini del corso d'acqua.
Garmin Connect -
Dettagli attività per Val Pesarina
Domenica 14 febbraio 2010 è una giornata di cielo coperto in quasi tutta la Regione, meno che in Carnia, nostra meta.
Raggiungiamo la Val Pesarina che sono quasi le 12, perché ci piace prendercela con comodo e soprattutto perché incappiamo nello splendido bar "Fior di Farina" di Ovaro, dove i cornetti ci chiamano e la cioccolata con panna ci "scioglie".
Veniamo alle cose serie. Superati il paese di Pesariis e la frazione di Culzei, lasciamo la strada all'altezza della Capanna alpina e imbocchiamo la strada forestale (segnavia 204) verso il torrente Ongara.
La casera Malins è data a due ore e 20, quindi sappiamo già che sarà dura arrivarci.
La vecchia carta Tabacco non segna esattamente il sentiero e il GPS di Max non ha le carte corrette. Così ci affidiamo al buon vecchio intuito, costeggiamo il torrente sulla sinistra orografica, scendendo in direzione Est.
Dopo circa mezz'ora raggiungiamo il primo guado (FOTO SOTTO A SINISTRA) e finalmente si comincia a salire. Siamo a quota 1060 m.
Percorriamo ora il tratto sud-orientale del rilievo denominato Costa di Rioda che accompagna il torrente Rio di Malins.
Seguendo questo sentiero, sulla sinistra abbiamo una indicazione per la casera Vinadiutta.
La neve è soffice, il rischio valanghe è a livello 3 e per questo decidiamo di non abbandonare mai il sentiero e rimanere protetti nel bosco. Gala, la nostra mascotte, viene mandata in avanscoperta e corre il triplo di noi seguendo con l'olfatto (e anche, spesso, con il corpo) le tracce dei caprioli e delle lepri che sono passate dopo l'ultima nevicata.
Con un certo impegno continuiamo a seguire la traccia generosamente scavata da due escursionisti che ci hanno preceduti: si arriva al ginocchio ma le nostre TSL si dimostrano all'altezza. Anche Flavio, che indossa un vecchio paio di ciaspole di legno, riesce ad avanzare con tranquillità, concedendosi di tanto in tanto un meritato riposo.
Dopo aver guadato nuovamente il torrente Malins portandoci sulla sua destra, attraversiamo un bel boschetto di abeti rossi e faggi. Ci fermiamo quindi ad ammirare il paesaggio alle nostre spalle, verso nord. Da qui la vista è bellissima e nella fotografia si possono scorgere, da sinistra a destra, le Crete Brusade (2322 m), il Creton di Clap Grande (2487 m, al centro) e la Cima di Rio Bianco (2400 m) sotto alla quale, con un binocolo, si può vedere il rif De Gasperi.
Questo è il momento della sosta tanto agognata: un po' di cioccolata, frutta secca, un bel the caldo sono quello che ci vuole in una giornata fredda ma splendidamente soleggiata.
La pausa di un quarto d'ora è suffciente perché Susy e Sonia avvertano i primi sintomi del freddo cosicché Max decide di riaprire la strada seguito a ruota da Gala e Nico.
Il paesaggio della valle, a dire il vero, non è poi così spettacolare, ma i due escursionisti che incontreremo più avanti giurano che la vista dalla casera Malìns è mozzafiato: peccato che noi dovremo rinunciare prima.
Ci consoliamo comunque con i dettagli delle architetture costruite dalla neve e dall'acqua ghiacciata ai margini del corso d'acqua.
Lungo la strada del ritorno (Max, Daniela, Flavio e Dario raggiungono quota 1400, gli altri un po' meno) apprezziamo la vista sulle cime che svettano sulla Val Pesarina: Cima Riobianco, Crete Brusade, Monte Siera.
Il grafico Garmin mostra che abbiamo percorso 8 chilometri e mezzo di sentiero con una escursione altimetrica di 496 metri in quasi 4 ore di marcia.
Cima di Rio Bianco
Monte Siera
Monte Siera 2443, Piccolo Siera 2430 (in centro) e Monte Creta Forata 2462
Cima di Rio Bianco e Monte Siera
Monte Paradana (1989 m)
Il grafico Garmin mostra che abbiamo percorso 8 chilometri e mezzo di sentiero con una escursione altimetrica di 496 metri in quasi 4 ore di marcia.
Cima di Rio Bianco
Monte Siera
Monte Siera 2443, Piccolo Siera 2430 (in centro) e Monte Creta Forata 2462
Cima di Rio Bianco e Monte Siera
Monte Paradana (1989 m)
sabato 13 febbraio 2010
Garmin Connect - Dettagli attività per Cippo generale Papa
Partenza da Gorizia, zona Rafut ai piedi della Castagnevizza (tomba reali francesi in esilio), primo tratto in Slovenia attraversando il Panovec e subito dopo la salita di Kronberg per arrivare a Ravnica e poi a Gargaro. Altra salita verso la Bainsizza e tratto a piedi nel bosco con tanta neve per cercare il cippo del Generale Achille Papa (1915-1918) ucciso da un cecchino. "Vicino al luogo della sua morte e precisamente sul monte Gomila , m. 816, nell'insediamento di Bainsizza (Bate) del comune si trova un monumento a piramide in suo onore, recentemente entrato a far parte del "Sabotino Il Parco della Pace (Sabotin Park Miru)"
Non lo abbiamo trovato (una buona scusa per ripetere l'uscita).
Ritorno a Gargaro, Salcano e poi a casa.
Garmin Connect -Dettagli attività per Cippo generale Papa
domenica 7 febbraio 2010
mercoledì 3 febbraio 2010
Venezia 30 gennaio 2010
La notte del 29 e 30 gennaio, a Venezia e in gran parte dell'Italia, nevicava. Reduci da una riunione del CAI a Mestre, Dario e Daniela sono andati a infreddolirsi a Venezia. La temperatura attorno ai zero gradi portava ad un alternarsi di neve e pioggia; l'ora tarda (tra la mezzanotte e le due) ci ha permesso di riprendere i luoghi noti di Venezia con visuali nuove. Anche il mattino seguente dal ponte di Rialto abbiamo potuto godere di un panorama raro: la neve sui tetti e sulle gondole del Canal Grande. Insomma, non solo montagna!
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