Garmin Connect -
Dettagli attività per Val Pesarina
Domenica 14 febbraio 2010 è una giornata di cielo coperto in quasi tutta la Regione, meno che in Carnia, nostra meta.
Raggiungiamo la Val Pesarina che sono quasi le 12, perché ci piace prendercela con comodo e soprattutto perché incappiamo nello splendido bar "Fior di Farina" di Ovaro, dove i cornetti ci chiamano e la cioccolata con panna ci "scioglie".
Veniamo alle cose serie. Superati il paese di Pesariis e la frazione di Culzei, lasciamo la strada all'altezza della Capanna alpina e imbocchiamo la strada forestale (segnavia 204) verso il torrente Ongara.
La casera Malins è data a due ore e 20, quindi sappiamo già che sarà dura arrivarci.
La vecchia carta Tabacco non segna esattamente il sentiero e il GPS di Max non ha le carte corrette. Così ci affidiamo al buon vecchio intuito, costeggiamo il torrente sulla sinistra orografica, scendendo in direzione Est.
Dopo circa mezz'ora raggiungiamo il primo guado (FOTO SOTTO A SINISTRA) e finalmente si comincia a salire. Siamo a quota 1060 m.
Percorriamo ora il tratto sud-orientale del rilievo denominato Costa di Rioda che accompagna il torrente Rio di Malins.
Seguendo questo sentiero, sulla sinistra abbiamo una indicazione per la casera Vinadiutta.
La neve è soffice, il rischio valanghe è a livello 3 e per questo decidiamo di non abbandonare mai il sentiero e rimanere protetti nel bosco. Gala, la nostra mascotte, viene mandata in avanscoperta e corre il triplo di noi seguendo con l'olfatto (e anche, spesso, con il corpo) le tracce dei caprioli e delle lepri che sono passate dopo l'ultima nevicata.
Con un certo impegno continuiamo a seguire la traccia generosamente scavata da due escursionisti che ci hanno preceduti: si arriva al ginocchio ma le nostre TSL si dimostrano all'altezza. Anche Flavio, che indossa un vecchio paio di ciaspole di legno, riesce ad avanzare con tranquillità, concedendosi di tanto in tanto un meritato riposo.
Dopo aver guadato nuovamente il torrente Malins portandoci sulla sua destra, attraversiamo un bel boschetto di abeti rossi e faggi. Ci fermiamo quindi ad ammirare il paesaggio alle nostre spalle, verso nord. Da qui la vista è bellissima e nella fotografia si possono scorgere, da sinistra a destra, le Crete Brusade (2322 m), il Creton di Clap Grande (2487 m, al centro) e la Cima di Rio Bianco (2400 m) sotto alla quale, con un binocolo, si può vedere il rif De Gasperi.
Questo è il momento della sosta tanto agognata: un po' di cioccolata, frutta secca, un bel the caldo sono quello che ci vuole in una giornata fredda ma splendidamente soleggiata.
La pausa di un quarto d'ora è suffciente perché Susy e Sonia avvertano i primi sintomi del freddo cosicché Max decide di riaprire la strada seguito a ruota da Gala e Nico.
Il paesaggio della valle, a dire il vero, non è poi così spettacolare, ma i due escursionisti che incontreremo più avanti giurano che la vista dalla casera Malìns è mozzafiato: peccato che noi dovremo rinunciare prima.
Ci consoliamo comunque con i dettagli delle architetture costruite dalla neve e dall'acqua ghiacciata ai margini del corso d'acqua.
Lungo la strada del ritorno (Max, Daniela, Flavio e Dario raggiungono quota 1400, gli altri un po' meno) apprezziamo la vista sulle cime che svettano sulla Val Pesarina: Cima Riobianco, Crete Brusade, Monte Siera.
Il grafico Garmin mostra che abbiamo percorso 8 chilometri e mezzo di sentiero con una escursione altimetrica di 496 metri in quasi 4 ore di marcia.
Cima di Rio Bianco
Monte Siera
Monte Siera 2443, Piccolo Siera 2430 (in centro) e Monte Creta Forata 2462
Cima di Rio Bianco e Monte Siera
Monte Paradana (1989 m)
Il grafico Garmin mostra che abbiamo percorso 8 chilometri e mezzo di sentiero con una escursione altimetrica di 496 metri in quasi 4 ore di marcia.
Cima di Rio Bianco
Monte Siera
Monte Siera 2443, Piccolo Siera 2430 (in centro) e Monte Creta Forata 2462
Cima di Rio Bianco e Monte Siera
Monte Paradana (1989 m)
1 commento:
Solo il grafico Garmin è mio, la descrizione del percorso e le foto sono di Daniela e Dario.
Posta un commento