Le cinque giornate di Napoli... o non era Napoli? Era Milano? Beh, Napoli di giornate passate alla storia con un numero ne ha avute quattro, infatti dal 27 al 30 settembre 1943 vi fu l'insurrezione popolare che portò alla liberazione dai tedeschi.
Ma torniamo alle "nostre" 5 giornate, passate all'insegna di pizza, o' babbà, sfogliatelle, musei, Napoli sotterranea, metrò degli artisti, Posillipo, mare, amici, borsette, scarpe, scarpe, scarpe...
Pernottiamo all'ottimo Hotel Piazza Bellini: un tre stelle con stanze molto appartate e distanti l'una dall'altra a causa della particolare configurazione del palazzo nobiliare del '500 che, protetto dalle Belle arti, non ha potuto essere integralmente ristrutturato ma ha dovuto assecondare le forme e gli spazi originari. Ne è nata una piacevolissima struttura molto vivibile, silenziosa e a misura d'uomo. Anche il costo è confortevole: 72 euro a notte per una doppia con colazione, tassa inclusa. Per non dire della colazione. Cerchiamo di ricordarci quel che Dario ha assaggiato: muffin, sfogliatelle, cornetti vuoti o con crema, crostata, yogurt, frutta, pane tostato, marmellata, burro, nutella, the, caffé, latte caldo, succhi vari, salsicce, salumi vari, formaggio, uova sode, insalata, pomodoro... E che dire della splendida idea del muro-lavagna sul quale lasciare impresse le note-ricordo in tutte le lingue? Infatti assieme a noi c'era una colonia di studenti americani, ma anche spagnoli, francesi ecc..
Con l'aiuto delle fotografie vediamo i luoghi che più ci sono rimasti impressi.
La nostra guida-Cicerone-Enzo, nativo, ci spiega COME, COSA e soprattutto DOVE mangiare certe pietanze. Partiamo con il pericoloso assaggio del panino caldo sfornato da una misteriosa donna ambulante sbucata dal nulla con la sua carrozzella fragrante... Ma non ci faremo mancare nemmeno alcun dolce.
Il primo giorno percorriamo il decumano maggiore, via dei Tribunali, e ci fermiamo lungo le stradine laterali come quella con la foto qui sopra, e come via San Gregorio Armeno, famosa per le botteghe presepiali, che mette in comunicazione decumano inferiore e maggiore.
La prima tappa culinaria è alla Pizzeria Di Matteo, vanto di Napoli (Enzo ci porterà anche da Sorbillo, sempre sulla stessa via dei Tribunali, un'altra perla: di più non potremo perché Erni non è un amante di pizze). Mangiare un'ottima pizza e bere una birra il tutto per 6,50 euro non è da tutti i giorni!
La prima tappa culinaria è alla Pizzeria Di Matteo, vanto di Napoli (Enzo ci porterà anche da Sorbillo, sempre sulla stessa via dei Tribunali, un'altra perla: di più non potremo perché Erni non è un amante di pizze). Mangiare un'ottima pizza e bere una birra il tutto per 6,50 euro non è da tutti i giorni!
Le Stazioni dell’Arte nascono da un progetto promosso
dall’amministrazione comunale per rendere i luoghi della mobilità più attraenti
e offrire a tutti la possibilità di un incontro con l’arte contemporanea.
Gli spazi interni ed esterni delle stazioni hanno accolto oltre 180 opere di 90
tra i più prestigiosi autori contemporanei, costituendo uno degli esempi più
interessanti di museo decentrato e distribuito sull’intera area urbana, un
museo che non è spazio chiuso, luogo di concentrazione delle opere d’arte, ma
percorso espositivo aperto, per una fruizione dinamica del manufatto artistico. L'amica Ilaria, napoletana DOC, ci ha consigliato di visitare la stazione Toledo, vantando che questa stazione è stata considerata la più bella al mondo! La realizzazione delle stesse stazioni, affidata ad architetti di fama
internazionale ha rappresentato un momento di forte riqualificazione di vaste
aree del tessuto urbano.
Al livello basso (ci sono 3 livelli) i colori dei
rivestimenti ricordano il mare, segnalato dal passaggio agli spettacolari mosaici
di un azzurro che si fa sempre più intenso man mano che si procede in
profondità. Nella monumentale sala sotterranea domina il fascino della bocca
ovale del Crater de luz, un grande cono che attraversa in profondità tutti i
livelli della stazione, collegando il piano della strada con la spettacolare
hall costruita 40 metri sottoterra. Guardando al suo interno è possibile
riconoscere, all'altra estremità, la luce del sole e un suggestivo gioco di
luci LED governate da un software. Enzo ci invita ad osservare le analogie con
le opere di Gaudì recentemente visitate a Barcellona.
La Galleria Umberto I è stata costruita alla fine del 1800. Assomiglia parecchio a quella di Milano, tanto che nel caffé letterario vicino all'Hotel un libro aveva erroneamente invertito le didascalie. Passeremo più volte di qua, perché anche di notte il luogo è molto suggestivo.
Qui Dario e Margherita si cimentano nel tentativo di passaggio tra le colonne, ad occhi chiusi, tra le statue di Carlo III e Ferdinando I. Enzo ci ha detto che questa è una tradizione della città e anche l'amica Paola, nostra dotta Cicerone della domenica, ci conferma le difficoltà provate da tanti concittadini nel cimentarsi in questa "ardita" prova. Per la cronaca: Dario e Margherita finiranno miserabilmente a metà strada sul lato sinistro prossimo alla rete viaria, a qualche centinaio di metri dalla meta.
Enzo alterna cose credibili ad altre inverosimili. Così quando ci racconta che la fontana sul lungomare è quella mitica del Carosello, gli crediamo (scoprendo solo a Trieste la menzogna). Invece tendiamo a non dargli credito quando afferma che secondo una leggenda, il Castel dell'Ovo è retto da un uovo. In effetti verifichiamo che è proprio così. Come mirabilmente riportato da una sintesi di Renata da Susy in Maripuccio, "XE L'OVO CHE PICA"...
Uno spettacolo veramente memorabile lo dobbiamo all'amica Paola, che ci ha pungolato invitandoci a sfruttare la fortunata coincidenza: proprio il 10 febbraio, e solo questo mese (replicherà una volta al mese fino a giugno) la regista Ludovica Rambelli dirige "La conversione di un Cavallo", 21 tableaux vivants dall'opera di Michelangelo Merisi da Caravaggio. Si tratta di una particolarità partenopea: il lavoro nasce nel 2006 per un progetto didattico della facoltà di architettura. Ospite in vari musei, noi ce lo godiamo nello splendido Museo Diocesano. Si tratta di una rappresentazione teatrale nella quale 3 uomini e 4 donne danno vita, con una tecnica performativa semplice, alla ricostruzione di 21 quadri del maestro. Gli attori si muovono in scena ricostruendo in circa 2 minuti un'opera pittorica con l'ausilio di oggetti comuni e stoffe drappeggiate. L'impatto emotivo è assicurato anche grazie alle musiche di Mozart, Vivaldi, Bach e Sibelius.
Una visita a Posillipo è d'obbligo, dopo gli inviti di Paola ed Ilaria e la supervisione di Enzo. La giornata è fantastica! Sole come ci si aspetta, anche se il resto della settimana non sarà così e le temperature attorno ai 5 gradi ci costringeranno ad un surplus di vestiti. Il Vesuvio ricoperto di neve ci ricorda che siamo in inverno, ma la neve si scioglie al contatto con le parole emozionate della nostra guida Enzo, che ripercorre con la memoria le stradine che lo portavano ad allenarsi nel campo di atletica leggera.
Il San Carlo è il teatro lirico più vecchio d'Europa e Margherita mette alla prova le sue capacità fotografiche giocando con gli specchi e le pareti rosse.
Le tre immagini sopra si riferiscono alla Certosa. Una nota importante per il turista: visitiamo 3 musei gratuitamente e fruiamo della rete bus e metro per 3 giorni con un importo complessivo di soli 16 euro grazie alla ARTECARD DI NAPOLI. Siccome le attrazioni successive alla terza vengono pagate la metà, è evidente che conviene concentrare le prime uscite nei musei più costosi, per i quali ci sono importi anche di 8-10 euro. Insomma, anche utilizzando la carta solo per i mezzi (un abbonamento giornaliero vale 3,60 euro) ed entrando in un solo museo, vi è già una convenienza!
La Certosa è collocata sulla collina del Vomero (che raggiungiamo con la funicolare) e infatti da essa si gode di uno splendido panorama, fruibile nonostante la giornata di pioggia. Particolarmente apprezzato il chiostro con i marmi bianco e neri bagnati dall'acqua, che riflettono le luci plumbee del cielo. E' durante questa visita che Nevio ci avverte delle dimissioni del papa. Al momento non sappiamo se collocarle tra una burla carnevalesca o una notizia credibile.
Il palazzo Reale ci impressiona per le dimensioni e le poche persone in visita. Vi è assoluta mancanza di un servizio di guardaroba e perciò, come d'altra parte in altri musei (Diocesano ad esempio) è necessario portarsi appresso zainetti, borse, ombrelli e giubbotto. Ancora, le didascalie delle opere sono minuscole e posizionate a terra, quindi difficilmente visibili per una persona anziana. Ragioniamo sull'enorme patrimonio artistico del nostro Paese: la sola Napoli, probabilmente, ha un numero di monumenti maggiore di quelli di tutto il Nord Europa, ma questa grande ricchezza trova riscontro in una incapacità di gestirla (si legga a tal proposito "Vandali: il saccheggio impunito" di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella).
A piazza San Gaetano si trova la bella basilica di San
Lorenzo Maggiore, uno dei capolavori del Gotico in Italia, che per diverse
ragioni si lega a due dei massimi esponenti della letteratura italiana.
Giovanni Boccaccio fu particolarmente legato a questa chiesa che definì
“grazioso e bel tempio”, in quanto si narra che proprio qui ebbe luogo il suo
primo incontro con Fiammetta nel 1334. Invece, qualche anno più tardi nel 1346,
Francesco Petrarca abitò nel convento annesso alla basilica.
La basilica di San Lorenzo Maggiore è stata costruita nel
Duecento sugli antichi resti di un’antica chiesa paleocristiana e nella stessa aerea dove attualmente sorge la chiesa, sono stati
rinvenuti i resti di un edificio risalente al
periodo della dominazione normanna, che a sua volta sorge su un complesso risalente al I secolo d.C. e su un
“macellum” di IV secolo a.C.; di quest'area sotterranea riportiamo la foto, ricordiando che si trova circa 6 metri sotto al livello medievale. Questo scorcio di Napoli sotterranea ci piace molto, ma si fa anche pagare: i 9 euro diventano 7 grazie alla ARTCARD, ma la visita dura poco più di mezz'ora.
Per concludere: nessun incidente (al nord, tanto si teme di avventurarsi a Napoli..), bella gente e buon cibo. Ultima notazione: una sera decidiamo di provare un locale particolare, la locanda N'tretella (che è la moglie di Pulcinella), che il gestore ci dice essere la 24esima delle 800 trattorie di Napoli, per il gradimento di Tripadvisor. Il locandiere è molto affabile, si mangia bene, ma occhio al portafoglio. In 11 che eravamo abbiamo mangiato solo antipasti, 6 primi e dei dolci (certo abbiamo anche bevuto buon vino!) e alla fine il conto tondo è stato di 300 euro. Al nostro sguardo un po' smarrito il ristoratore Rino ha reagito offrendo uno sconto di 25 euro. Insomma, costosetto ma molto piacevole e simpatico.
1 commento:
Maripuccio vi ringrazia per la precisione delle notizie, per le belle foto, per la simpatia e per l'ovo che pica!!!
Siete fantastici!!!
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