Le due grotte che abbiamo visitato a fine agosto si trovano a Trieste, Comune di Sgonico, presso Ternova Piccola. Sono entrambe visitabili anche da soli, ma quella di Ternovizza presenta ben presto un pozzo non superabile senza attrezzatura. In ogni caso ricordo che è preferibile rivolgersi alle associazioni speleologiche di Trieste che hanno guide e personale qualificato.
Informazioni in rete: http://www.catastogrotte.it/ricerca.php
Grotta di Ternovizza
La grotta di Ternovizza
ha una profondità di 95m ed uno sviluppo di quasi 470 metri. Durante la prima guerra
mondiale gli austriaci la unirono per mezzo di una breve galleria ad una caverna
vicina, la Peica Jama, dalla quale noi accediamo mediante una scalinata rudimentale.
Non siamoa ttrezzati per percorrerla tutta, così quando giungiamo ad un ballatoio
che si affaccia su di un pozzo verticale fiancheggiato da massicce colonne, dove
giunge la luce dell'altro imbocco, siamo costretti a fermarci.
Qualcuno l’ha recentemente utilizzata per un Likoff, una festa durante la quale si accendono dei fuochi: il fumo e l’odore sono ancora fortissimi, anche causa l’umidità e la pressione che mantengono in basso il fumo.
Dopo il pozzo,
la grotta continuerebbe con una lunga galleria discendente abbellita da poderose
formazioni calcitiche, tra le quali il famoso Organo; la galleria porta ad una vasta
sala, la parte più suggestiva di tutta la cavità: enormi pilastri creano varie prospettive
ed il suolo è formato da colate di notevole spessore, disseminate di molti bacini
d'acqua di ogni dimensione.
Grotta dell’acqua
La grotta
dell’Acqua (Brje in sloveno), era nota da lungo tempo agli abitanti di Boriano,
ma è del 1898 la prima visita della Società Alpina delle Giulie. Ha una
profondità di soli 24 m ed uno sviluppo di 188, ma ci mettiamo più di un’ora a
visitarla. Io e Paolo la raggiungiamo dopo una pioggia torrenziale, che ci
infradicia completamente rendendo i 13 gradi interni della cavità un considerevole
elemento di disagio.
Si stenta un po’ a trovare l’imbocco. Il
modo più semplice per raggiungerla, una volta superata su asfalto Ternova
piccola, è quello di imboccare a piedi la strada con divieto di transito che si
trova a sinistra del parcheggio, prendendo poi il sentiero 10 (la Vertikala)
che costeggia per una decina di minuti le fortificazioni della prima guerra
mondiale. E’ lungo questo tratto che ci imbattiamo nella biscia che mostra
tutta la sua aggressività attaccando la Canon che la inquadra.
Ad un tratto, proseguendo sul sentiero 10,
arriviamo ad un bivio che a destra prosegue con il 10 mentre noi prendiamo il 3
a sinistra. In un minuto si arriva ad un quadrivio dove il sentiero 3 ci taglia
la strada sia a sinistra che a destra: qui si procede diritti seguendo la
direzione del sent. 10 dal quale proveniamo seguendo le indicazioni tonde in
rosso sulla corteccia di un pino nero, che mostrano la strada per Brje. C’è un
tabellone che indica il confine di Stato a poca distanza. Si procede per un
centinaio di metri finché il sentiero piega a destra con un tornante seguitando
dritto per meno di 100m. Si giunge ad un grosso pino e si nota un segnale rosso
su un masso a sinistra in corrispondenza ad un segnalino tondo rosso su un
frassino ed una fettuccina bianco-rossa appesa su un ramo: qui si abbandona il
sentiero che procede dritto per prendere invece a sinistra scendendo per almeno
50 metri in quota e qualche centinaio di metri nel bosco, seguendo delle fettuccine
bianco-rosse in nylon appese ai rami. Si raggiunge perpendicolarmente un nuovo
sentiero con il cippo confinario marcato 71-28. Si prende a sinistra per circa
200 metri fino al cippo 71-26 in corrispondenza del quale si apre la grotta
dell’Acqua.
Nel 1959 si
accertò che l'ingresso era tuttora per pochi metri in territorio italiano, ma
visto il periodo da guerra fredda bisognava fare molta attenzione a non
valicare la linea di confine per accedervi.
L'attuale
imbocco non è quello scavato dalle acque che hanno formato la caverna e si è
aperto in epoca successiva sul fianco della stessa; una volta entrati si
percorre un ambiente spazioso in ripida discesa, nel quale si intravedono
subito ricche formazioni calcitiche.
Dopo un
tratto ascendente la cavità continua con una galleria interamente occupata da
un caotico accumulo di blocchi enormi e lastre staccatesi dalle pareti e dalle
volte, sui quali si procede destreggiandosi con agili saltelli; la superficie,
apparentemente liscia, non è però scivolosa.
In
corrispondenza di una stozzatura il materiale di frana si esaurisce e la grotta
cambia completamente aspetto: il suolo diviene orizzontale ed è costituito da
un crostello stalag-mitico, nel quale sprofonda una cavità a forma di marmitta che è possibile aggirare
lateralmente. In questo trattto, nel caso in cui la grotta sia ricca d’acqua
(più facile che accada in autunno), bisogna fare attenzione a non “passeggiare”
con gli stuvali di gomma su quelle che appaiono come semplici pozzanghere,
perché in due o tre casi si tratta in realtà di pozzi di anche due metri di
profondità.
Più avanti le
dimensioni della cavità aumentano e le
concrezioni coprono ogni anfratto, creando sul pavimento dei grandi bacini
colmi di acqua limpidissima (quando presente naturalmente) che crea dei giochi
di luce e dei riflessi splendidi.
Superati
altri due pilastri che formano una specie di portale, si entra in una grande
caverna nella quale si ergono, sul lato destro, numerosi ed imponenti gruppi
colonnari e stalagmitici. Nella parte terminale della sala si nota che il
crostone calcitico è stato spezzato, incontrando un banco di argilla che è
stato scavato per qualche metro, nel tentativo di scoprire altri vani. Lo scavo
è stato effettuato nel corso della prima guerra mondiale ed infatti sulle
concrezioni vi sono varie sigle e date degli anni tra il 1914 ed il 1917,
durante i quali gli austriaci considerarono la possibilità di adattare la grotta a ricovero militare,
come venne fatto per altre caverne vicine, tra le quali la appena visitata
Grotta di Ternovizza.
Il nome
indigeno (Vodnica Jama - Grotta dell'Acqua) suggerisce l'ipotesi che gli
abitanti dei vicini paesi vi si recassero in occasione delle grandi
siccità ad attingere le fresche ed
abbondanti acque delle vasche alimentate da un costante stillicidio e da
modeste infiltrazioni. Va notato ancora il fatto singolare che la grotta
procede nel suo sviluppo parallela al fianco della collina, mentre il camino
che raggiungeva la superficie, notato dal Sillani, è ora ostruito.
1 commento:
Belle queste foto dalle grotte.
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